Eleonora Abbagnato in Le Parc di Preljocaj

Eleonora Abbagnato in Le Parc di Preljocaj

ROMA. 6 MAG. L’opera d’arte rapisce sempre, l’opera d’arte non stanca mai, arriva al cuore ed è sempre attuale. Le Parc di Angelin Preliocaj è un’opera d’arte e lo ha confermato ieri sera alla prima al teatro dell’Opera di Roma che ha visto protagonista Eleonora Abbagnato. Il balletto creato da Preliocaj nel 1994 sotto commissione dell’Opera di Parigi e che trova il suo codice genetico nell’origine del balletto classico, quindi ai tempi di re luigi XIV , ci butta dentro ad un giardino incantato  che racconta l’amore.

Ma l’amore raccontato non è il solito, quello di Romeo e Giulietta, o di  Siegfried  e Odette, quello di Le parc è diverso perché rifiuta di cadere nel cedimento. E’ la storia  del romanzo de La principessa di Cleves di Madame Lafayette il filo conduttore del balletto e tutto il lavoro coreografico ruota intorno a quest’idea di resistenza. Preliocaj trovandosi a lavorare con una compagnia prettamente classica come quella dell’Opera di Parigi quando lo montò ne approfittò usufruendo della grande tecnica dei danzatori a disposizione, qui, in questa ripresa che vede impegnato il corpo di ballo del teatro dell’opera di Roma ha cercato di riprendere lo stesso percorso e grazie ad Eleonora Abbagnato è riuscito pienamente nel suo intento.

Da che la Abbagnato è direttrice del corpo di ballo del teatro romano la compagnia  è visibilmente salita di livello e in questa ultima prestazione possiamo senz’altro affermare che non ha nulla da invidiare ad altre compagnie italiane più rinomate e decantate.

La danza geometrica, veloce, forte, precisa ed in continua tensione di Preliocaj ha trovato il giusto slancio nei giovani solisti preparati dall’Abbagnato che in un solo anno di lavoro ha già dato il suo imprinting alla compagnia. E poi naturalmente c’è anche lei, lei che coi suoi splendidi 38 anni ha raggiunto quella maturità espressiva che fornisce il valore aggiunto alla tecnica, lei che con quella bionda ed eterea bellezza non può essere altro che  la giusta protagonista di una storia d’amore destinata ad essere “un’opera d’arte”. Ed un’opera d’arte è senz’altro classificabile tanto la coreografia di Preliocaj quanto l’interpretazione dell’Abbagnato che assieme a Stephane Bullion nell’ultimo pas de deux sull’adagio del concerto per pianoforte n. 23 di Mozart ci offre quell’abbandono che si conclude con la scena più bella e famosa della storia della danza di recente memoria. Protagonista un bacio avvolgente ed aereo che ritrova i due amanti uniti nella spirale di un vortice in grado di sollevare lei da terra, il bacio più lungo della storia del balletto.

Preliocaj che rientra nella categoria degli scrittori del movimento si preoccupa ancora una volta della forma ricercando la bellezza come superamento del quotidiano, spesso prosaico. In Le parc sembra esserci più che in altri la ricerca dell’assoluto inteso come gesto teso verso l’alto, verso quel cielo che vuol dire tante cose, forse l’infinito, forse Dio,chissà… e che è da sfondo dall’inizio alla fine a tutto il balletto.

Grande gradimento da parte di tutto il pubblico presente tra i cui vip era anche presente lo stilista Valentino. Repliche fino a mercoledì 11 maggio.

FRANCESCA CAMPONERO

Leggi l’articolo originale: L’amore nel giardino di Preliocaj all’Opera di Roma

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